Breve storia del pellegrinaggio jacopeo
Colui che cammina molto e legge molto, vede molto e sa moltoDopo il ritrovamento del sepolcro dell’apostolo, Compostela diventa un centro di pellegrinaggio che raggiunge il suo apice nel secolo XII. L’interesse del re asturiano Alfonso II per servirsi di Santiago come collante politico-militare-religioso era potenziato dallo spirito epico e miracoloso di cui viene impregnata la figura dell’Apostolo. Un Santiago matamoros, che monta sul focoso cavallo bianco e che brandisce la spada, diventa elemento determinante nelle battaglie, vere o presunte, per la Reconquista. Le monarchie cristiane iniziano a mandare cavalieri e monaci, a cui seguiranno mercanti, pellegrini e coloni per ripopolare queste terre.
- don Chisciotte, parte II cap. 25.
La scoperta del sepolcro in territorio galiziano aveva dato il via a pellegrinaggi locali all’arca marmarica, ma già un secolo dopo, la carta di Alfonso III al popolo di Tours (906) ne racconta la “inventio” e cominciano i primi pellegrinaggi da oltre i Pirenei di gente più o meno nota: un anonimo chierico tedesco nel 930 e la comitiva del vescovo del Puy, Godescalco, nel 950. Non conosciamo il loro itinerario, alcuni studiosi affermano che seguirono la via romana Aquitania, da Bordeaux a Astorga, passando per l’attuale “via del tunel di san Adrian”, da Irun a Vitoria fino a Burgos.
La formazione dei Cammini
Il Camino Francés
La “reconquista” dei territori al di là della Cordigliera Cantabrica, confine naturale tra i possedimenti mori ed i reami cristiano-goti, permise il consolidamento del tracciato del cammino che oggi chiamiamo “francés”. Astorga fu ripopolata nel 854, Leon nel 856, Sahagun nel 880, Burgos nel 882. I Pirenei erano valicati allora per il Puerto de Palo (monastero di Siresa) e transito per la valle del Echo fino a Berdun e Pamplona (in verde). Ma il col del Somport con il potente monastero di santa Cristina (fine XI secolo) soppianterà presto tutti gli altri valichi.Il re navarro, Sancho I el garcès (905-925), occupa la Rioja ed apre il passo di Ibañeta (rinforzato nel 1127 con un ospitale per pellegrini). Sancho III il grande di Navarra (1004-1035), Fernando I di Leon e Castiglia (1035-1065), Sancho Ramirez di Navarra e Aragon (1063-1093), Alfonso VI di Leon e Castiglia (1065-1109), potenziano il Camino Francès, promuovendo la colonizzazione ed il flusso di pellegrini. Il re Alfonso VI sopprimerà nel 1072 il pedaggio di Valcarce per “tutti quelli che passano da lì e soprattutto per i pellegrini ed i poveri che vanno a Santiago per pregare”. La frantumazione del Califfato nel 1031 in una miriade di reami arabi in lotta fra di loro favorirà la Reconquista.
Nel secolo XI si ripopolano Ponferrada (1080), Estella e santo Domingo de la calzada (1090), Logroño (1095); il tracciato é quasi stabilizzato e monasteri, priorati e centri di accoglienza si moltiplicano, grazie anche ai monaci agostiniani nella zona dei Pirenei ed ai cluniacensi nel resto del cammino. Gli interessi spagnoli coincidono con quelli dell’ordine benedettino di Cluny, fondato nel 909 in Borgogna (Francia), che per decisione di papa Giovanni XI nel 931 era indipendente da ogni potestà laica o religiosa, salvo quella del papa medesimo. La sua rapida espansione arrivo’ a più di 30 monasteri in territorio spagnolo, come Santa María la Real di Nájera, Santa Coloma di Burgos, San Zoílo di Carrión, etc., offrendo un livello di assistenza materiale, sanitaria e spirituale relativamente completo, dato l’enorme patrimonio territoriale ed economico che riuscirono ad accumulare. Dei religiosi a loro vincolati elaborano il Codex Calixtino e la Historia Compostelana, ed i re spagnoli favoriscono al massimo la rete di monasteri nei pressi del Camino. Altri ordini monastici e militari si stabiliscono lungo il tracciato, commercianti e artigiani si agglutinano intorno alle chiese fortezza di questa sirga peregrinal che si allunga da est a ovest, dai Pirenei ai contrafforti dei monti del Leonese e della Galizia fino alla Costa da Morte del Finis Terrae. C’erano già degli ospitali in tutte le principali tappe: Jaca (1084), Pamplona (1087), Estella (1090), Nájera (1052), Burgos (1085), Frómista (1066), Carrión, Sahagún, León (1096), Foncebadón (1103), Villafranca del Bierzo, El Cebreiro, Portomarín e Compostela. Alla fine del secolo XI, i rischi del pellegrinaggio si erano ridotti in modo significativo, soprattutto per i pellegrini francesi, e la rete di ospitalità si era convertita in un elemento propagandistico efficace, più dei miracoli dell’apostolo. I monaci diventeranno anche costruttori, come San Domingo de la calzada e San Juan de Ortega. Non disponiamo di loro biografie attendibili, solo di testi successivi, come le “Vitae Sanctorum” del secolo XIV (B.H.A. cod. 103) custodito in Burgos, o più recenti, come J. De Sigüenza in “Historia de la Orden de San Jerónimo, Libro III, cap. X” e Enrique Flórez in “la España Sagrada”.
La rinascita del commercio e degli scambi in Europa occidentale e la mutazione dei rapporti di forza tra reami cristiani e musulmani, uniti all’oro spagnolo, attirano mercanti e soldati.
I Cammini del Norte
Solo molto tardi venne concepito un itinerario di lunga durata per la costa del nord della Spagna. Possiamo dire che il CAMINO PRIMITIVO da Oviedo é il più antico, poiché da li’ parti’ il re Alfonso II per andare al “Compos Stelum” (campo delle stele) a riconoscere e validare i resti trovati nella sepoltura sul monte Libredon. Dal 1222 la fondazione della Pola di Tineo fisserà il tracciato del primitivo come lo conosciamo oggi. Il più antico era pero’ il CAMINO DEL TUNEL DI SAN ADRIAN (molto frequentato allora, più di Roncisvalle), passaggio nella pianura Alavese venendo da Bayonne e Irun lungo la via romana Aquitania dal porto di Bordeaux, che usava il tunnel naturale di san Adrian per raggiungere Vitoria ed allacciarsi a Burgos e santo Domingo de la calzada. Quando poi il regno di Castiglia incorpora Guipuzcoa e Alava, la connessione con il camino francés diventerà facile. Il CAMINO DEL SALVADOR nasce quando viene trasferita la capitale da Oviedo a Leon agli inizi del secolo XI e viene sviluppata la “strata sancti Salvatoris” per il puerto de Pajares, che permetteva di valicare la cordigliera cantabrica. Alla fine del medioevo si sviluppano poi le parti occidentali del CAMMINO DELLA COSTA DEL NORTE, sempre con centro Oviedo, con gli allacciamenti a Avilès, Muros de Nalon, Canero. Per quanto riguarda la parte orientale, dalla frontiera francese fino a Oviedo, abbiamo notizie di un uso da parte di pellegrini solo dal secolo XV, poiché sbarcavano nei porti di Bilbao, Castro Urdiales, Laredo, Santander, san Vicente de la barquera, e cercavano poi di raggiungere il camino francès sia per il tunel di san Adrian che per il camino primitivo.*Nel secolo X il pellegrinaggio a Compostela era ormai un fatto consolidato nella Cristianità. Apparve un termine nuovo: pellegrino, colui che va a Compostela. Chi meglio di Dante Alighieri per parlarci del “peregrinare” nel “Vita Nova” – Cap. XL “[...] chè peregrini si possono intendere in due modi [...] in largo, in quanto è peregrino chiunque è fuori de la sua patria; in modo stretto, non s’intende peregrino se non chi va verso la casa di Sa’Iacopo o riede. E’ però è da sapere che in tre modi si chiamano propiamente le genti che vanno al servigio de l’Altissimo: chiamansi palmieri in quanto vanno oltremare, là onde molte volte recano la palma; chiamansi peregrini in quanto vanno alla casa di Galizia, però che la sepultura di Sa’Iacopo fue più lontana de la sua patria che d’alcuno altro apostolo; chiamansi romei in quanto vanno a Roma, là ove questi cu’io chiamo peregrini andavano».
Il pellegrinaggio, unito alle crociate, si era convertito nel motivo principale del viaggio medievale. I cammini si riempiono di gente di diversa estrazione sociale che si spostano tra villaggi, città, abbazie e santuari, venendo da tutta Europa per mare e per terra. I primi pellegrini percorrono le antiche vie romane, come la Via Aquitania, da Bordeaux a Astorga, passando per Vitoria e Briviesca.
In Francia, oltre a questo tracciato, chiamato oggi VIA DI PARIGI e DI TOURS (turonense) [pur se deviato poi dalla costa verso saint Jean pied de port come passaggio dei Pirenei], si consolidano altre grandi vie, che ricalcano le strade romane e medievali, come la Niederstrasse [da Ensiedeln (Svizzera) fino a Toulouse dove incrocia la via Tolosana], e la Oberstrasse [da Aquisgrana, capitale dei carolingi, che a Tours si riunisce alla via Turonense], e che usano grandi santuari come punto di partenza, come VEZELAY (lemovicense), LE PUY EN VELAY (podiense), ARLES (tolosana), i più noti valichi pirenaici per il passaggio in Spagna, come l’Alto de Ibañeta ed il Col del Somport, ed i porti più noti per le vie marittime, come Bordeaux, Lisbona, Porto, Barcelona, Siviglia.
*Conosciuto come il primo scrittore di guide moderno, Aymeric Picaud descrive a grandi linee gli itinerari ed i punti di accoglienza. Personaggio oggi famoso, era un chierico francese a cui viene attribuito il “Liber Peregrinationis”, quinta parte del “Codex Calixtinus”. Quando passo’ nel 1127 per Ibañeta, racconta che si stupi’ per le migliaia di croci là deposte dai pellegrini che avevano l’abitudine di inginocchiarsi e pregare rivolti a occidente, come se fosse il primo luogo di preghiera a Santiago nel cammino. Il “Codex Calixtinus” o Liber Sancti Jacobi é una raccolta di testi anonimi in cinque libri realizzata durante il secolo XII; lo chiamano cosi’ perché la maggior parte dei testi erano attribuiti a Papa Callisto II (1119-1124), ma é quasi certo che fu Aymeric Picaud di Partenay che li raccolse ed ordino’ come appaiono oggi nel libretto custodito a Compostela.
- Libro 1º: sermoni e omelie in onore dell’Apostolo, due cronache del martirio, uffizi liturgici per il suo culto, firmati da Callisto II e da altri Padri della Chiesa.
- Libro 2º: ventidue racconti di miracoli dell’apostolo Santiago con prologo.
- Libro 3º: l’epistola del Papa Leone; il racconto della traslatio del corpo dell’apostolo in Spagna; un capitolo sulle solennità di Santiago; un altro sulle virtù miracolose delle conchiglie comprate come souvenir dai pellegrini.
- Libro 4º: la Cronaca di Turpino, arcivescovo di Reims, conosciuta come Pseudo-Turpíno. Narra la campagna militare di Carlomagno in Spagna su ordine dell’apostolo Santiago e la storia di Orlando, la disfatta di Roncesvalles e la sua morte. E’ la giustificazione dell’espansionismo franco, soprattutto contro i baschi ed i navarri.
- Libro 5º: la Guida del Peregrino (Liber Peregrinationis), note di viaggio a Compostela con le quattro vie francesi, lungo itinerari marcati da santuari che custodiscono 31 corpi santi, che si debbono visitare e venerare, più la descrizione della città di Santiago e della sua cattedrale.
- Libro 6º: Appendici. Un insieme di composizioni liturgiche, inni, una bolla attribuita a Innocenzo II per confermare l’autenticità della raccolta, miracoli in prosa e versi.
Dopo la fase aristocratica e/o locale del pellegrinaggio a Compostella, Santiago divenne chiesa metropolitana nel 1120 con Diego Gelmirez, che finisce la basilica, aumenta le reliquie presenti (rubandole a Braga, fino ad allora capitale religiosa della Gallaecia) e da’ maggior solennità al culto. L’aumento dei pellegrini é cosi’ importante che lo stesso ambasciatore musulmano, Ali’ ben Yusuf, racconta che ” era tanto grande la moltitudine di quelli che vanno e vengono, che si puo’ a malapena transitare sulla calzada che va da oriente a occidente (1121)”.
Il periodo di massimo splendore
Il XII secolo é l’apice del pellegrinaggio compostellano e degli scambi commerciali e umani con il resto d’Europa. Si istituiscono dogane a Jaca e Pamplona, salvacondotti per pellegrini e mercanti, si fondano confraternite in Spagna ed all’estero. La Reconquista avanza verso il sud della penisola iberica e richiede tutta l’attenzione economica e militare; i cadetti della nobiltà europea entrano negli ordini militari ricchi e potenti; cresce la voglia d’avventura cavalleresca e di conoscere il mondo. Numerosi storici considerano che il secolo XIII é il punto di svolta.Il “fuero real” del 1255 del re di Castiglia e Leon, Alfonso X detto il saggio, mostra uno spaccato di quella che era la situazione in quel tempo e delle misure prese per favorire e difendere il pellegrinaggio: “i pellegrini e stranieri siano sicuri nel loro andare e tornare in questi regni, soprattutto i pellegrini di Santiago; gli diamo il nostro privilegio perché vadano e vengano e restino, loro e tutta la loro compagnia, nei nostri regni, sicuri che non gli verrà fatto né male né danno; e proibiamo che siano forzati, trattati male o altro; e che, andando e tornando da questi pellegrinaggi, possano trovare alloggio sicuro, sostare in locande e luoghi di alloggio e ospitali; e possano liberamente comprare le cose che vogliono; e che nessuno li truffi cambiando pesi e misure, e che colui che lo fà, sia accusato di falso e processato. I pellegrini e stranieri possono disporre liberamente dei loro beni e che nessuno glielo impedisca né li derubi. I pellegrini e gli stranieri possono disporre, in salute come in malattia, dei loro beni per loro stessi o per testamento secondo la loro volontà. Per finire, nessuno osi imprigionarli o disturbarli né derubarli vivi o morti, e che gli Alcaldes ne siano responsabili ed informati, che dovranno rifondere il danno a Noi, e che in ogni caso sia creduto il pellegrino o i compagni con cui viaggiava e siano risarciti dall’oste e altre persone; se gli Alcaldes non fanno giustizia dei danni subiti dal pellegrino per colpa di albergatori, osti ed altre persone, in presenza di denuncia, paghino il doppio e tutte le spese di giustizia. I pellegrini e stranieri, ed ancora di più quelli che servono Dio, possono entrare ed uscire dal regno con cavalli, muli e vacche, senza pagare diritti. Se il pellegrino muore senza lasciare testamento, gli Alcaldes del posto ricevano i suoi beni, tengano quello che serve per la sepoltura ed il resto sia mandato a Noi che sappiamo cosa farne”. E’ evidente che la frequentazione dei cammini aveva raggiunto punti di massima affluenza con tutto quello che ne deriva in termini di “picaresca” (ruberie, furti, aggressioni, truffe ecc ecc). Anche le conchiglie di Santiago, prova dell’avvenuto pellegrinaggio, erano contraffatte e vendute fuori dalla legalità di Compostela.
*Con la regola cistercense di Bernardo di Chiaravalle, alcuni cavalieri avevano scelto di diventare monaci soldati, di proteggere la chiesa ed i pellegrini, fondando l’ordine Templario (1119-1312), che diventerà la rete bancaria più forte d’Europa e che per questo sarà distrutta. Benedettini, invece, saranno gli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme (1050?), su base amalfitana preesistente, primo ordine militare sorto in Terrasanta, che erediterà poi i beni dei Templari. In Spagna, con la regola di sant’Agostino nasce l’ordine di Santiago (1270?-1493) e, con la regola cistercense, gli ordini di Calatrava (1158-1482) e Alcántara (1156-1482), tutti poi sottoposti alla corona spagnola per combattere i Mori sotto l’egida del Santiago Matamoros. Cresce la forza militare, crescono le imposte per sostenerla.
*Ma la rete di ospitalità, come quella di Cluny, si indebolisce: l’ingerenza dei nobili per accaparrarsi terre e ricchezze dei priorati, la cattiva amministrazione locale, l’introduzione nei monasteri di elementi estranei alla vita religiosa.Gli abati di Cluny protestavano con i re di Spagna e di Portogallo contro questa spoliazione (1259, 1285, 1288, 1294, 1303, 1342), ma non era solo questa la causa della decadenza. Oltre ai parassiti che vivevano delle risorse dei priorati, la maggior parte dei conventi spagnoli celava delle situazioni strane. A Najera, per esempio, i monaci se la spassavano, avevano famiglia numerosa e gravavano sulle casse (1314). L’incontinenza dei religiosi ed il concubinaggio di alcuni priori regnava, tanto che la casa madre francese chiamo’ a sé dei religiosi spagnoli per formarli ai costumi ed alla disciplina monastica (1288, etc.). I dati, rilevati su un periodo di 200 anni e su una presenza annuale di 150 religiosi, danno in media: 30 accuse di incontinenza contro monaci e priori; tutti i conventi coinvolti; 12 priori denunciati come concubini; uno di essi, quello di Villafranca, egli stesso figlio di un monaco, vive nel convento con la sua compagna ed i suoi due figli, come se fossero legittimi (1314); a Sant’Isidoro di Leon, nel 1349, tutti i monaci, compreso il vicepriore, vivevano in pubblico concubinaggio, con figli nel monastero. Ma il colpo di grazia alla rete ospitaliera di Cluny lo darà il re di Castiglia, Alfonso XI, con l’imposizione di tasse in occasione della guerra contro i Saraceni del 1344. Lo scisma d’Occidente nel 1378 aggraverà la crisi, dividendo il campo cristiano.
La decadenza del pellegrinaggio
*A partire nel secolo XIV i pellegrinaggi diminuiscono seriamente, si producono molte convulsioni sociali che stornano i possibili pellegrini verso altre destinazioni, la peste nera imperversa in Europa. Il secolo XV fu ancor peggio: guerre, carestie, pestilenze, cattivi raccolti, siccità… La fine della Reconquista nel 1492, anno della scoperta delle Americhe, e l’espansione militare oltremare alla conquista di ricchezze e materie prime, tolgono materiale umano ai pellegrinaggi e danno carne da cannone agli eserciti sui campi di battaglia d’Europa e di mezzo mondo. Alcuni predicatori francescani condannano viaggi cosi’ lunghi e pieni di occasioni di peccare. L’affanno di purificazione, proprio della nuova spiritualità, evidenzia che “chi pellegrina molto, raramente si santifica”. Questa decadenza si accrebbe nel secolo XVI con le guerre di religione e la minaccia dell’invasione inglese. L’arcivescovo di Santiago, Don Juan de Sanclemente y Torquemada (1587-1602), davanti al corsaro inglese Francis Drake che voleva distruggere la cattedrale ed il reliquiario dell’apostolo, occultò i resti e portò con sé il segreto nella tomba.*L’apparizione del Protestantesimo é un altro colpo al Cammino di Santiago poiché lo stesso Lutero dissuade i suoi seguaci dal viaggiare fino alla tomba: «… o sia, che non si sa se li’ giace Santiago o un cane o un cavallo morto…»«… per questo, lascialo giacere e non andarci…».Erasmo da Rotterdam sminuisce e critica il pellegrinaggio che spopola le terre dai contadini, le sue spese folli, il vagabondaggio e le ruberie, i pericoli vari per l’incolumità della gente. Il re Filippo II cerco’ di ostacolare il pellegrinaggio e nell’anno 1590 proibi’ l’uso dell’abbigliamento pellegrino agli spagnoli e ordino’ che gli stranieri portassero documenti di accreditazione. A livello popolare, circolano barzellette sui pellegrini e sui miracoli dell’apostolo, come quello del romero che fu a Compostella per chiedere la grazia di avere un figlio ed al suo ritorno si trovo’ la moglie con una coppia di gemelli.La mentalità borghese cittadina produttiva e stanziale non é congeniale al vagabondaggio. *Scompaiono quasi del tutto i pellegrini dal nord dell’Europa, ma si mantengono quelli dei paesi cattolici. Ormai, il centro della Spagna era Madrid; Santiago era lontana e senza legami economici con il regno. Durante il secolo XVII la leggenda dell’apostolo perde tutto il suo fascino. Scrittori famosi negavano la sua autenticità; Cervantes parlava ironicamente della cavalleria di Santiago (Quijote, II, 58). Tanto debole era ormai Santiago, che alcuni ordini religiosi tentarono di spazzarlo via; non riuscendoci, attaccarono il suo patronato. Filiazioni spagnole del potente ordine di Gioachino da Fiore, dei francescani spirituali e dei carmelitani scalzi chiesero ed ottennero nel 1618 dal re Filippo III e dal papa Paolo V che Santa Teresa sia dichiarata copatrona di Spagna. Tremarono i pulpiti e sorsero opuscoli pro e contro, come “Su espada por Santiago” di Quevedo, diretto a Filippo IV nel 1628.Il frate carmelitano Gaspar de Santa María, di Granada, diceva che se il corpo di Santiago é interrato in Galizia, non ha potuto andare in battaglia a cavallo. Si burla anche di quelli che credono che il cavallo bianco di Santiago causa il tuono quando galoppa.
La maggioranza del popolo spagnolo continuava pero’ a preferire l’ardore bellico di Santiago piuttosto che l’estasi mistica di Santa Teresa. Alla fine, nel 1627 il papa Urbano VIII lascerà al clero ed al popolo la libertà di scelta sul copatronato.
Nel XVIII e XIX secolo, l’illuminismo e la rivoluzione francese segnano l’avvento di regimi liberali; la riforma agraria, l’espropriazione dei beni della chiesa riducono le entrate che servivano anche a nutrire ed alloggiare i pellegrini; il progresso e la scienza criticano a fondo le tradizioni jacobee e le tasse in suo favore, come il Voto e le ipotetiche battaglie. Uno dei risultati é che il 25 luglio del 1867 erano presenti nella cattedrale di Santiago solo 40 pellegrini. Compostella deve reagire e fa’ scavare alla ricerca delle ossa dell’apostolo nascoste 300 anni prima. Nel 1879 qualcosa si trova e nel 1884 la bolla “Deus omnipotens” li dichiara come tali e scomunica tutti gli altri luoghi che vantano sue reliquie.
Gli anni più recenti
Nel XX secolo, il pellegrinaggio viene nuovamente organizzato a carico delle varie diocesi, ma la repubblica prima e la guerra civile poi contrastano i voleri galiziani.Vazquez de Parga, uno dei maggiori studiosi jacobei con José María Lacarra e Juan Uria, afferma che alla fine degli anni ’40 il pellegrinaggio era ridotto ad una cartolina postale.*Saranno dei preti ed eruditi nel dopoguerra a far rinascere il cammino-pellegrinaggio, a fondare confraternite ed associazioni, diventate poi “degli amici del cammino”. Nel 1950, millenario del pellegrinaggio di Gotescalco, a Parigi si fonda la Societé des Amis de Saint-Jacques de Compostelle, per lo studio e la continuazione storica del pellegrinaggio a Santiago. Nel 1962 a Estella l’associazione de los pazos nasce per divulgare il cammino di Santiago e farlo riconoscere come fenomeno europeo del turismo culturale e tre fondatori vanno a fare il cammino. Nel 1965 il Centro de Estudios Jacobeos e la Societé parigina partecipano con altri studiosi al primo Congresso Internazionale di Studi Jacobei. Ma gli anni 70 segnano una nuova crisi, altri luoghi attirano il vagabondaggio…altri raduni sono organizzati nel mondo, altri idoli attirano la gente; cessano le pubblicazioni e le manifestazioni sia in Spagna che in Francia. Il curato del Cebreiro, Elias Valiña, laureato nel 1965 a Salamanca con una tesi sul cammino di Santiago, inizia negli anni ’80 a segnare il tracciato con le frecce di vernice gialla stradale. Come racconta ai poliziotti di frontiera che lo fermano sui sentieri pirenaici mentre traccia il cammino, stava preparando “un’invasione”. Non vedrà l’invasione attuale, perché morirà nel 1989 a 60 anni, non senza aver lasciato fedeli discepoli. Nel 1986 iniziano a funzionare una ventina di associazioni di amici del cammino. Il cammino francès é di nuovo segnato e viene presentato a fiere ed esposizioni internazionali, come Europalia del 1985 a Gand (Belgio), ed al decisivo congresso di Jaca del 1987. E Giovanni Paolo II a Santiago nel 1982 e 1989 rilancia il cammino che fa’ cristiana l’Europa. Il governo spagnolo segue la Francia nella richiesta di essere Itinerario culturale europeo (1987) e di avere contributi europei.
Da 68 pellegrini nel 1970 si passa a 99.436 del 1993, anno santo in cui la Xunta di Galizia si impegna a fondo, con l’apertura di albergues e posa di cippi, quando il cammino viene dichiarato “patrimonio dell’umanità”. Il 1994 vedrà 15.863 pellegrini e la dinamica del passaparola, dei libri, articoli e storie varie, unita alla mobilità giovanile ed ai pensionati più in forma grazie al lavoro meno faticoso, farà progredire il numero di Compostelas rilasciate a Santiago a chi ha fatto almeno gli ultimi 100 km a piedi. Nel 2000, anno di svolta, saranno 55.004; nel 2006- 100.377; nel 2012- 192.488… Un ritmo di raddoppio ogni 6 anni, anche se più del 75% percorre solo gli ultimi 100km e nel resto del percorso iniziano a chiudere degli albergues nati solo per guadagnare facilmente con “il denaro che cammina”, come certuni definiscono i pellegrini….Aumentano i pellegrini, aumentano le associazioni di amici del cammino, aumentano le pubblicazioni ed aumentano i picaros, i bordoneros, in una parola i furfanti sui cammini, che approfittano del clima e dello spirito comunitario per vivere sulle spalle della gente o derubarla. Come il fenomeno (” la picaresca“) era corrente nel Medioevo, cosi’ é d’attualità oggi.
Gli hospitaleri volontari di tutto il mondo fanno del loro meglio per aiutare a compiere il proprio cammino, rimediando a certe scarsità delle installazioni o all’incuria in cui sono lasciate dagli enti locali. Un oscuro lavoro quotidiano che molti apprezzano, ma che il turigrino disdegna, visto che approfitta di strutture a costi bassi per farsi la vacanza e del fatto che oggi passa e domani é da un’altra parte… quindi i suoi resti saranno ripuliti da qualcun altro…o si accumuleranno in montagne di sacchi di spazzatura e di mosche. Dai pochissimi albergues e rifugi spartani degli anni ’70 si é passati a più di 200 albergues solo sul cammino francès, per esempio.
Il profilo tipo del “pellegrino odierno” vede per metà dei giovani di meno di 30 anni, cittadini con titolo di studio, che vengono in estate. Aumentano i pensionati che vengono tutto l’anno, seguono i disoccupati, gli artisti, le casalinghe e gli operai-impiegati. Un quarto dei pellegrini viaggia in bici. Crescono i gruppi organizzati, accompagnati, senza zaino in spalla e con il forfait tutto-compreso.
La massificazione del camino francès porta l’affluenza su altri cammini, storici o meno. Il portoghese da Porto (ma comincia da Lisbona) é diventato il secondo cammino come numero di pellegrini. Il cammino del Norte o de la Costa cerca di risolvere alcuni problemi di localismo regionale e di segnaletica controversa. Il cammino primitivo, corto e duro, diventa in agosto una bolgia, ma é quasi deserto nel resto dell’anno. La via della plata, lunga e solitaria, viene spesso divisa in due con il camino sanabrès. Il cammino aragonès dal Somport diventa un’alternativa corta al primitivo per gli spagnoli in cerca di cammini di una settimana in ambienti naturali poco contaminati. Il cammino fisterrano-muxiano e l’inglès stanno diventando cammini brevi da farsi tutto l’anno; altri cammini medio-brevi sono stati tracciati o stanno sorgendo per rispondere a questa esigenza.
Anche se il Cammino come spazio fisico non é essenzialmente differente da qualsiasi altro trekking, si può comunque affermare che non é la stessa cosa. La questione di fondo é il rapporto al tempo che come persone dedichiamo a questo andare che ci estrania dal quotidiano e che lo cambia nel corso del cammino.
Il Cammino ci fa’ apprezzare una serie di elementi e circostanze molto concrete: l’andare per una via che é stata percorsa durante secoli da altra gente con le sue illusioni e le sue credenze; il rapporto con gli altri viandanti che incontriamo; l’accoglienza negli albergues e la condivisione giorno dopo giorno delle proprie esperienze; le lunghe ore di cammino in solitudine, con freddo, vento, pioggia o sole cocente; l’incontro con le genti che abitano sul cammino… Questi sono alcuni degli elementi che favoriscono in noi un cambio di percezione di tutto cio’ che ci circonda. Non si tratta di ritornare al Medioevo né di convertirsi in nuovi templari, ma della possibilità di riscoprire cose che la nostra vita abituale non ci lascia apprezzare.
- Il silenzio, ascoltando i suoni della natura… Anche camminando in compagnia, ci sono momenti di silenzio.
- La calma, senza fretta, senza correre per arrivare prima a Santiago o al finale della tappa. Se si dispone di pochi giorni, é meglio fare meno km totali e godere del cammino e dei paesaggi che attraversiamo.
- La conoscenza, che implica un’attitudine rispettosa di tutto quello che ci circonda, che sia arte, natura o persone.
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