Deus, Angelus, Homo
da Adriana Pucci
Dante nella Vita Nuova descrive l’anima del pellegrino come divisa tra l’esigenza del rapporto con il mondo ultraterreno e quella del contatto diretto con le testimonianze religiose[1] ed opera un’ulteriore distinzione in base alla destinazione:
E dissi 'peregrini' secondo la larga significazione del vocabulo; ché peregrini si possono intendere in due modi, in uno largo e in uno stretto: in largo, in quanto è peregrino chiunque è fuori de la sua patria; in modo stretto non s'intende peregrino se non chi va verso la casa di sa' Iacopo o riede.
E però è da sapere che in tre modi si chiamano propriamente le genti che vanno al servigio de l'Altissimo: chiamansi palmieri in quanto vanno oltremare, là onde molte volte recano la palma; chiamansi peregrini in quanto vanno a la casa di Galizia, però che la sepultura di sa' Iacopo fue più lontana de la sua patria che d'alcuno altro apostolo; chiamansi romei in quanto vanno a Roma, là ove questi cu' io chiamo peregrini andavano. Il Poeta individua tre tipologie di pellegrini: i palmieri , coloro che vanno oltre mare, là onde molte volte recano la palma (i pellegrini diretti in Terrasanta); i peregrini, ossia coloro che vanno a la casa di Galizia, però che la sepultura di sa’ Iacopo fue più lontana da la sua patria, che d’alcun altro apostolo (l’autore si riferisce al Santuario di Santiago di Compostela); i romei, i pellegrini che vanno a Roma.
Tre sono, dunque, le mete principali delle peregrinationes maiores nei secoli intorno al Medioevo, ossia Gerusalemme, Roma e Santiago de Compostela[2]. Come abbiamo accennato, Gerusalemme è la destinazione prediletta dei pellegrini dei primi secoli del Cristianesimo, almeno fino a quando cade sotto l’invasione islamica, momento in cui si afferma il pellegrinaggio a Roma. Per quanto riguarda Santiago, bisogna sottolineare la novità dell’ affermazione di questo sito, in quanto non ha relazioni con la cristianità storica ma si sviluppa grazie alla spinta e al volere del popolo. Santiago pone le proprie radici nel luogo in cui, intorno all’anno 815, venne scoperto il sepolcro dell’apostolo Giacomo[3] (decapitato nel 44 d.C., fu il primo degli apostoli di Cristo a subire il martirio)[4].
da Adriana Pucci
Dante nella Vita Nuova descrive l’anima del pellegrino come divisa tra l’esigenza del rapporto con il mondo ultraterreno e quella del contatto diretto con le testimonianze religiose[1] ed opera un’ulteriore distinzione in base alla destinazione:
E dissi 'peregrini' secondo la larga significazione del vocabulo; ché peregrini si possono intendere in due modi, in uno largo e in uno stretto: in largo, in quanto è peregrino chiunque è fuori de la sua patria; in modo stretto non s'intende peregrino se non chi va verso la casa di sa' Iacopo o riede.
E però è da sapere che in tre modi si chiamano propriamente le genti che vanno al servigio de l'Altissimo: chiamansi palmieri in quanto vanno oltremare, là onde molte volte recano la palma; chiamansi peregrini in quanto vanno a la casa di Galizia, però che la sepultura di sa' Iacopo fue più lontana de la sua patria che d'alcuno altro apostolo; chiamansi romei in quanto vanno a Roma, là ove questi cu' io chiamo peregrini andavano. Il Poeta individua tre tipologie di pellegrini: i palmieri , coloro che vanno oltre mare, là onde molte volte recano la palma (i pellegrini diretti in Terrasanta); i peregrini, ossia coloro che vanno a la casa di Galizia, però che la sepultura di sa’ Iacopo fue più lontana da la sua patria, che d’alcun altro apostolo (l’autore si riferisce al Santuario di Santiago di Compostela); i romei, i pellegrini che vanno a Roma.
Tre sono, dunque, le mete principali delle peregrinationes maiores nei secoli intorno al Medioevo, ossia Gerusalemme, Roma e Santiago de Compostela[2]. Come abbiamo accennato, Gerusalemme è la destinazione prediletta dei pellegrini dei primi secoli del Cristianesimo, almeno fino a quando cade sotto l’invasione islamica, momento in cui si afferma il pellegrinaggio a Roma. Per quanto riguarda Santiago, bisogna sottolineare la novità dell’ affermazione di questo sito, in quanto non ha relazioni con la cristianità storica ma si sviluppa grazie alla spinta e al volere del popolo. Santiago pone le proprie radici nel luogo in cui, intorno all’anno 815, venne scoperto il sepolcro dell’apostolo Giacomo[3] (decapitato nel 44 d.C., fu il primo degli apostoli di Cristo a subire il martirio)[4].
San Giacomo non divenne solo il santo protettore della Spagna ma, poiché la scoperta dei resti del santo favorì la Reconquista, la campagna contro i Musulmani che dal 713 erano padroni del sud della Spagna, divenne anche il difensore della cristianità che si oppone alla minaccia degli infedeli. Il percorso, che attraverso la Spagna e la Francia conduce al santuario costruito sulle spoglie di San Giacomo, prende il nome di Cammino di Santiago o Rotta Jacopea: la rotta Jacopea consta di una serie di strade di pellegrinaggio che i benedettini tracciarono appositamente attraverso tutta l’Europa[5].
Queste strade guidavano i pellegrini d’Europa [6] e sono descritte nel Codex Calixtinus (Liber Sancti Jacobi): dall’Italia si poteva seguire la via Francigena e poi la Tolosana fino ai Pirenei, mentre dalla Francia la via Tolosana (utilizzata anche dai pellegrini tedeschi), la via Turonense, la via Lemovicense o la via Podiense [7].
Attraverso questi percorsi i pellegrini giungevano al Puente de la Reina, dove tutti i cammini diventano uno e, in seguito, lungo gli 850 chilometri che attraversavano la Spagna settentrionale dai Pirenei alla regione atlantica, incontravano numerose località: Estella, Nájera, Burgos, Frómista, Sahagùn, Leòn, Rabanal del Camino, Villafranca del Bierzo, Triacastela e Palas de Rei:
ci si va a piedi, a cavallo, da soli o con altri. Per propria spontanea, improvvisa decisione o per dare compimento a un voto. Ma anche per fare penitenza: conta il cammino in sé, la fatica corporale, i rischi vissuti, superati; contano le sofferenze del percorso […] Perché meta ultima del pellegrino è in realtà il cielo, la patria celeste: anche qui conta l’andare, è in genere senza storia il ritorno. Ha importanza il percorso, l’adempimento del voto, non il rientrare, dopo, in patria, nelle propria casa[8].
Il Cammino di Santiago non nasce, tuttavia, per opera dei pellegrini ma risale, con buona probabilità al 20.000 a.C.; furono i romani, poi, a rendere questo sentiero una vera e propria strada [9]. In alternativa, si poteva utilizzare un percorso marittimo, in particolare durante le stagioni calde, che sotto certi aspetti era meno rischioso di quello via terra. Pare che i primi pellegrini [10] utilizzassero proprio la via marittima. La testimonianza più antica dell’utilizzo dei porti atlantici lasciata dai pellegrini diretti a Santiago è la Ruta de la Costa, ossia il Cammino di Santiago lungo la costa cantabrica.
Sulle strade che conducevano i pellegrini a Roma e a Gerusalemme rimandiamo al capitolo seguente, dedicato alla via Francigena; anticipiamo solo la trattazione di un altro importante sito diventato meta di pellegrinaggio: Monte Sant’Angelo. Con quest’ultimo riferimento chiudiamo il trittico Deus, Angelus, Homo, entità speculari ai santuari mèta dei grandi pellegrinaggi: Gerusalemme, Monte Sant’Angelo, Santiago de Compostela e Roma.
NOTE
1. Nel tracciare il profilo di un’antropologia del pellegrinaggio, Dupront ne individua tre caratteristiche essenziali: nell’esperienza religiosa della specie umana, il luogo sacro è una necessità, il pellegrinaggio è gesto straordinario di una ricerca umana del sacrale, il pellegrinaggio è volontà di potenza, collettiva o individuale. Alphonse Dupront, Il sacro. Crociate e pellegrinaggi. Linguaggi e immagini, Torino 1993, pp. 426-429.
2. Sul mito di fondazione di Santiago de Compostela Maria Immacolata Macioti, Pellegrinaggi e giubilei. I luoghi del culto, Bari 2000, pp.129-130.
3. Giacomo il Maggiore, figlio di Zebedeo e fratello di Giovanni: Mt 10,2: I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello; Mc 3,17: poi Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono; At 1,13: Quando furono arrivati, salirono al piano superiore della casa dove abitavano. Ecco i nomi degli apostoli: Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone che era stato del partito degli zeloti, e Giuda figlio di Giacomo. Lc 6, 13-14: Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli: Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo d’Alfeo, Simone soprannominato Zelota, Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore.
4. Secondo la leggenda, il cadavere del martire fu posto in arcis marmoricis, su una nave da due discepoli, Teodoro e Attanasio, senza timone né vele che riuscì a traghettare il corpo sulle spiagge spagnole, dove poi venne sepolto. Per alcuni studiosi il nome Compostela deriva dal latino Campus stellae, piana della stella, dove una “pioggia di stelle” (probabilmente il riflesso delle stelle nelle pozze di troba) indicò il luogo dove venne sepolto il santo. Secondo un’altra leggenda, una stella a otto punte (simile a quella che guidò i Magi) indicò il luogo del sepolcro. Per altri ancora, il termine Compostela potrebbe derivare da compostum, riferito al cimitero romano portato alla luce durante gli scavi del 1953. Per approfondimenti cf. Louis Charpentier, Il mistero di Compostela : una via iniziatica che attraversa i millenni, Torino 2006; Georges Berson, Con san Giacomo a Compostela, Torino, 2008; Atti, Istituto Veneto, Venezia 1865, p. 756; Gioia M.G. Lanzi Arenton, Guida a Santiago de Compostela, Casale Monferrato 1989.
5. Monika Hauf, Il cammino di Santiago. I misteri del pellegrinaggio per Santiago de Compostela, Roma 2004, cit. p.16.
6. Stando alle fonti, il primo pellegrino di origine non ispanica a raggiungere Compostela fu il vescovo di Le Puy nel 951. Seguirono, nel corso del XI secolo, gruppi di pellegrini francesi e catalani, poi germanici e fiamminghi e, infine, inglesi e italiani. Cfr. Roberto Lavarini, Il pellegrinaggio cristiano, Genova 1997, p.399.
7. Queste strade prendevano il nome dalla città da cui partivano:la via Podiense da Le Puy, la via Lemovicense da Limoges, la via Turonense da Tour e così via. Cfr. Monika Hauf, Il cammino di Santiago. I misteri del pellegrinaggio per Santiago de Compostela, Roma 2004, p.16.
8. Sul mito di fondazione di Santiago de Compostela Maria Immacolata Macioti, Pellegrinaggi e giubilei. I luoghi del culto, Bari 2000, cit. p.130.
9. Roberto Lavarini, Il pellegrinaggio cristiano, Genova 1997, p. 407.
10. Una serie di testimonianze di viaggi compiuti dall’Inghilterra verso la Coruña risalenti al XIII secolo attesta la durata di circa 4 giorni.
ci si va a piedi, a cavallo, da soli o con altri. Per propria spontanea, improvvisa decisione o per dare compimento a un voto. Ma anche per fare penitenza: conta il cammino in sé, la fatica corporale, i rischi vissuti, superati; contano le sofferenze del percorso […] Perché meta ultima del pellegrino è in realtà il cielo, la patria celeste: anche qui conta l’andare, è in genere senza storia il ritorno. Ha importanza il percorso, l’adempimento del voto, non il rientrare, dopo, in patria, nelle propria casa[8].
Il Cammino di Santiago non nasce, tuttavia, per opera dei pellegrini ma risale, con buona probabilità al 20.000 a.C.; furono i romani, poi, a rendere questo sentiero una vera e propria strada [9]. In alternativa, si poteva utilizzare un percorso marittimo, in particolare durante le stagioni calde, che sotto certi aspetti era meno rischioso di quello via terra. Pare che i primi pellegrini [10] utilizzassero proprio la via marittima. La testimonianza più antica dell’utilizzo dei porti atlantici lasciata dai pellegrini diretti a Santiago è la Ruta de la Costa, ossia il Cammino di Santiago lungo la costa cantabrica.
Sulle strade che conducevano i pellegrini a Roma e a Gerusalemme rimandiamo al capitolo seguente, dedicato alla via Francigena; anticipiamo solo la trattazione di un altro importante sito diventato meta di pellegrinaggio: Monte Sant’Angelo. Con quest’ultimo riferimento chiudiamo il trittico Deus, Angelus, Homo, entità speculari ai santuari mèta dei grandi pellegrinaggi: Gerusalemme, Monte Sant’Angelo, Santiago de Compostela e Roma.
NOTE
1. Nel tracciare il profilo di un’antropologia del pellegrinaggio, Dupront ne individua tre caratteristiche essenziali: nell’esperienza religiosa della specie umana, il luogo sacro è una necessità, il pellegrinaggio è gesto straordinario di una ricerca umana del sacrale, il pellegrinaggio è volontà di potenza, collettiva o individuale. Alphonse Dupront, Il sacro. Crociate e pellegrinaggi. Linguaggi e immagini, Torino 1993, pp. 426-429.
2. Sul mito di fondazione di Santiago de Compostela Maria Immacolata Macioti, Pellegrinaggi e giubilei. I luoghi del culto, Bari 2000, pp.129-130.
3. Giacomo il Maggiore, figlio di Zebedeo e fratello di Giovanni: Mt 10,2: I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello; Mc 3,17: poi Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono; At 1,13: Quando furono arrivati, salirono al piano superiore della casa dove abitavano. Ecco i nomi degli apostoli: Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone che era stato del partito degli zeloti, e Giuda figlio di Giacomo. Lc 6, 13-14: Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli: Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo d’Alfeo, Simone soprannominato Zelota, Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore.
4. Secondo la leggenda, il cadavere del martire fu posto in arcis marmoricis, su una nave da due discepoli, Teodoro e Attanasio, senza timone né vele che riuscì a traghettare il corpo sulle spiagge spagnole, dove poi venne sepolto. Per alcuni studiosi il nome Compostela deriva dal latino Campus stellae, piana della stella, dove una “pioggia di stelle” (probabilmente il riflesso delle stelle nelle pozze di troba) indicò il luogo dove venne sepolto il santo. Secondo un’altra leggenda, una stella a otto punte (simile a quella che guidò i Magi) indicò il luogo del sepolcro. Per altri ancora, il termine Compostela potrebbe derivare da compostum, riferito al cimitero romano portato alla luce durante gli scavi del 1953. Per approfondimenti cf. Louis Charpentier, Il mistero di Compostela : una via iniziatica che attraversa i millenni, Torino 2006; Georges Berson, Con san Giacomo a Compostela, Torino, 2008; Atti, Istituto Veneto, Venezia 1865, p. 756; Gioia M.G. Lanzi Arenton, Guida a Santiago de Compostela, Casale Monferrato 1989.
5. Monika Hauf, Il cammino di Santiago. I misteri del pellegrinaggio per Santiago de Compostela, Roma 2004, cit. p.16.
6. Stando alle fonti, il primo pellegrino di origine non ispanica a raggiungere Compostela fu il vescovo di Le Puy nel 951. Seguirono, nel corso del XI secolo, gruppi di pellegrini francesi e catalani, poi germanici e fiamminghi e, infine, inglesi e italiani. Cfr. Roberto Lavarini, Il pellegrinaggio cristiano, Genova 1997, p.399.
7. Queste strade prendevano il nome dalla città da cui partivano:la via Podiense da Le Puy, la via Lemovicense da Limoges, la via Turonense da Tour e così via. Cfr. Monika Hauf, Il cammino di Santiago. I misteri del pellegrinaggio per Santiago de Compostela, Roma 2004, p.16.
8. Sul mito di fondazione di Santiago de Compostela Maria Immacolata Macioti, Pellegrinaggi e giubilei. I luoghi del culto, Bari 2000, cit. p.130.
9. Roberto Lavarini, Il pellegrinaggio cristiano, Genova 1997, p. 407.
10. Una serie di testimonianze di viaggi compiuti dall’Inghilterra verso la Coruña risalenti al XIII secolo attesta la durata di circa 4 giorni.
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