In Cammino sulle Vie Francigene, intervista a Cristina Menghini
Camminare mi è sempre piaciuto:
sulle montagne, nella Natura, in paese... ultimamente ho avuto anche
l'occasione di seguire un tratto della Via Francigena nella regione
Toscana scoprendo, da un insolito punto di vista, le località di Siena e San Gimignano, le due figlie della strada, ed altri borghi della suggestiva Val d'Orcia. Non sono però di certo un'entusiasta conoscitrice di Cammini e Vie Francigene come Cristina Menghini, una giovane viaggiatrice lombarda che, oltre ad aver percorso l'intera Via Francigena da Canterbury a Roma, è volontaria proprio lungo questa lunga via di collegamento percorsa dal vescovo Sigerico nel 990... Perchè le ho chiamate Vie Francigene?
Beh perchè, come poi ci spiegherà meglio Cristina, non c'è un'unica via
che collega Canterbury a Roma ma una fitta rete di sentieri e strade
secondarie... facciamocelo raccontare meglio direttamente da lei!
Ciao Cristina, sappiamo che sei una veterana e volontaria della Via Francigena ma quando è stata la prima volta che ti sei cimentata in questo cammino e perchè hai scelto la Via Francigena? Avevi già fatto altre esperienze di questo genere?
La mia prima esperienza sulla Via Francigena
risale all’ estate del 2010. Sono partita da Canterbury il 1 luglio,
con tante speranze ed aspettative. Mio padre era mancato da poco ed io
sentivo il bisogno di fare qualcosa che mi aiutasse ad uscire da
quell’immenso vuoto. E quale cosa migliore che mettersi in Cammino?
Avevo già tanta esperienza, avendo già percorso diversi Cammini in tutta Europa
ed ero certa che un nuovo Cammino avrebbe fatto al caso mio. Ho scelto
la Via Francigena perché era ancora poco conosciuta. Avrei quindi potuto
godere di quei momenti di solitudine che ricercavo, ma nello stesso
tempo la curiosità di camminare su un itinerario poco frequentato
avrebbe tenuto sempre alto l’entusiamo. E poi era la prima volta che
camminavo verso casa... l’Italia! E l’idea mi riempiva di energia...
Sei partita da sola o in compagnia e quanto è durato il tuo viaggio?
Sono partita rigorosamente da sola,
come ho sempre fatto. Tale condizione permette, a mio parere, di poter
vivere ogni esperienza che il Cammino ti offre, senza pressioni da parte
di eventuali compagni di viaggio. Sono esperienze comunque diverse, il
camminare soli o in compagnia: entrambe meravigliose, ma enormemente
diverse. Il mio viaggio è durato 87 giorni, ma fermandomi a volte per un paio di giorni per potermi meglio riposare. Effettivamente ho camminato per 78 giorni.
Per compiere un tracciato così lungo, da Canterbury a Roma sono circa 1600 km, che tipo di allenamento è necessario? Un anno di preparazione, un mese, qualche giorno?
Mi permetto di correggerti: da Canterbury a Roma, a piedi sono poco più di 2000 km
e questo perché si cammina su strade secondarie, sterrate o sentieri
che spesso allungano di qualche chilometro la tappa rispetto alle strade
principali, più dirette ma molto più trafficate e pericolose. L’allenamento
è importante, a mio parere, solo se si conduce una vita sedentaria: uno
sportivo che pratica attività aerobica in maniera continuativa, non
avrà grandi disagi ad affrontare una lunga e tranquilla camminata. Per
gli altri invece consiglio un allenamento progressivo basato prima sulla
semplice camminata in ambiente esterno e poi aggiungendo il peso dello
zaino; ovviamente si comincia con pochi chilometri per poi aumentare…
fondamentale è la scelta delle scarpe, da usare subito
in allenamento in modo che si ammorbidiscano e diano la possibilità al
piede di “respirare”. Mai partire con scarpe nuove! Ma l’allenamento più importante va fatto con la mente,
perché nei momenti di eventuale difficoltà e stanchezza, sono la forza
di volontà e il coraggio che ti fanno andare avanti, non le gambe…
Qual'è l'incontro più particolare fatto lungo la Via Francigena?
Ogni incontro ha una sua valenza ed
una sua storia e per questo lo custodisco nei miei più cari ricordi. Ma
ce ne sono un paio che hanno segnato particolarmente il mio Cammino e
che sono stati decisivi per le mie attuali scelte di Vita. Il primo con
Andrea, che mi ha ospitata nella sua casa ad Aosta. Mentre gli
raccontavo le mie “avventure”, mi domanda: “ Ma perché cammini sempre? Hai mai pensato di portare il Cammino a casa tua?”.
Una metafora che ha sconvolto il mio punto di vista ma che si è poi
rilevata la chiave di tutto ciò che ora sto facendo. Fino a quel momento
avevo pensato solo a camminare. Zaino in spalla giravo
l’Europa, mi fermavo qualche mese in una città che mi ispirava per
guadagnare il minimo che mi serviva e poi ripartivo. Conoscevo luoghi e
persone, ma senza dar un senso,almeno apparentemente, a tutto quel
movimento. Al momento non ho risposto. Ma ho continuato per tutto il
resto del viaggio a pensare a quello che Andrea mi aveva detto. E
arrivata su Monte Mario, mentre fissavo con gli occhi lucidi la cupola
di San Pietro, mi sono ripromessa che mi sarei dedicata alla Via
Francigena e ai suoi pellegrini…avrei portato quindi l’esperienza del
Cammino a casa mia… l’Italia! Il secondo incontro è stato invece con
Alessandro, anche lui pellegrino grato al Cammino,con il quale ho
cominciato questo progetto di promozione della Via Francigena.
C'è stato un istante in cui hai avuto davvero paura magari per un grave imprevisto o pericolo come potrebbe essere l'attacco improvviso di una scimmia in Asia?
Sono partita affidandomi ad una vecchia edizione di una guida inglese, sperando che le mappe
fossero comunque abbastanza attuali. Spesso mi è andata bene, altre
volte gestivo le diverse situazioni come meglio potevo, chiedendo indicazioni o affidandomi al gps. In Francia un giorno mi trovo davanti ad una recinzione di filo spinato con la scritta “divieto d’accesso”,
che ovviamente dalla guida non risultava. La strada davanti a me
comunque continuava ed entrava in un bosco. Sarei dovuta tornare
indietro di tre chilometri per trovare una strada alternativa, perdendo
molto tempo, quindi decido di rischiare e andare avanti, scavalcando a
recinzione. Un bosco molto buio e silenzioso per il primo quarto d’ora,
fino a che un fruscio nelle foglie e poi un forte sparo mi fanno saltare
sul posto. E a raffica tutta una serie di spari!…mi trovavo in una
piccola riserva di caccia al cinghiale, proprio durante una
battuta! Immaginate il mio spavento e la velocità con cui ho cercato
subito una via d’uscita… sono stata un po’ incosciente, lo riconosco! Il
cartello era molto chiaro…
Quante ore duravano mediamente le tue giornate di cammino? La sera trovavi sempre un luogo dove fermarti a dormire e ricaricare la tua attrezzatura o viaggiavi con tenda al seguito?
Non ho mai portato con me la tenda, troppo peso! Ho sempre sfidato la sorte sperando di trovare alloggio, e così è stato, a volte con l’aiuto della Provvidenza, altre con l’aiuto del portafoglio.
Passavo dal dormire nella canonica di una parrocchia, al campeggio fino
ad un hotel a 3 stelle. Ho dormito qualche volta anche a casa di
famiglie che accolgono i pellegrini attraverso la parrocchia o il
comune. L’idea era quella di spendere poco, vivendo un’esperienza quanto più possibile essenziale,
ma non ho mai voluto rischiare di dormir fuori, quindi andavo dove
c’era disponibilità... Camminavo almeno una ventina di chilometri e a
partire da quel momento ogni posto era buono per fermasi. Quindi da 20 a 40 km al giorno.
Quanti chili trasportavi? Ripensando alla tua esperienza... avresti potuto lasciare a casa qualcosa in più?
Il mio zaino pesava molto, sui 12 kg
compresi di acqua e cibo per la giornata. Ho scelto di portarmi dietro
un netbook, che con batterie e cavi vari, arrivava a 3 kg.. avrei potuto
lasciarlo a casa ovviamente, ma avevo deciso di scrivere un blog “in diretta”, www.globetrotter-life.com,
dove ogni giorno postavo foto e riflessioni. E l’affetto che mi hanno
trasmesso coloro che mi seguivano, amici ma soprattutto persone che non
avevo mai visto, mi ripagava immensamente dello sforzo compiuto. Se non
fosse stato per il blog, non avrei mai conosciuto persone come Andrea ed
Alessandro.
Qual'è stata l'emozione più ricorrente durante il tuo cammino?
Senz’altro la gratitudine,
sia verso il Cammino, per avermi guidato e protetta, che verso le
persone che mi hanno sostenuta ed aiutata in ogni passo di questa
esperienza. Poi certo: la gioia di respirare momenti di vera libertà e serenità, oltre che rimanere incantata dalla bellezza dei paesaggi…
Se potessi usare tre parole per descrivere il tuo viaggio, quali useresti?
Libertà, Vita, Gratitudine
Dopo la prima Via Francigena sei diventata appunto "volontaria", ci racconti un po' della tua esperienza?
Tornata a casa mi sono rivista con
Alessandro e insieme ci siamo chiesti in che modo avremmo potuto
restituire il Bene ricevuto sui tanti Cammini che avevamo fatto. Abbiamo
pensato che il modo migliore fosse quello di promuovere la filosofia del camminare, spingendo le persone a fare quel tipo di esperienza e quindi mettersi in Cammino zaino in spalla.
Abbiamo iniziato con il promuovere degli incontri tra pellegrini per
raccontare e confrontare le nostre esperienze e diffonderle attraverso
convegni ed altri eventi promozionali. Abbiamo quindi pubblicato il sito informativo www.viefrancigene.it
dove i pellegrini possono trovare tutte le informazioni utili su come
percorrere la Via Francigena e quindi le tappe, le mappe, l’elenco delle
accoglienze lungo il percorso, oltre a tutta una serie di altri
argomenti e Cammini. Infine abbiamo costituito l’Associazione “Camminando sulla Via Francigena”, attraverso la quale svolgiamo tutta nostra attività di volontariato,
che comprende il monitoraggio di alcuni tratti della Via, la
manutenzione della segnaletica leggera, l’organizzazione di camminate,
eventi promo, caffè letterari e, di incontri tra pellegrini. Il prossimo
sarà a Badia Prataglia (AR) dal 1 al 3 febbraio con la partecipazione
di 70 pellegrini! Il nostro augurio è quello che sempre più persone
possano avvicinarsi all’esperienza del Cammino, certi che possa
insegnarci ad affrontare la Vita con maggiore serenità, semplicità, gratitudine e consapevolezza di sè, nonostante tutto…
La Via Francigena (o Vie Francigene), lunga più di 2000 km (grazie a Cristina per la precisazione!) è un percorso adatto anche al cicloturismo.
Se a piedi si possono percorrere dai 20 ai 40 km al giorno, in
bicicletta i chilometri percorribili possibili salgono a 70/80 o anche
di più se si ha poco tempo ed un buon allenamento nelle gambe (anche se
io preferisco andare piano e godermi il viaggio!). Prossimamente vi
parleremo anche di questa alternativa sulle due ruote...
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